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Forno solare: un esempio di autocostruzione, anche con materiali di recupero.

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Per costruire questo forno ho usato: una tavola di legno (abete o medium density, spessore minimo 2 cm, massimo 3 cm), raccordi angolari, viti autofilettanti, sparapunti, feltro termoacustico di lana cruda (prodotto da Edilana 100% pura lana di pecora sarda autoctona), una lastra di vetro delle dimensioni del fondo del forno (nel nostro caso 50×40 cm), una tendina parasole per parabrezza, due specchi (15 x30 cm), 3 lastre di compensato (spessore 1,5 cm), cerniere metalliche.
Procedimento: disegnate il progettino del forno e indicate le quattro misure (nel mio caso: lato lungo base: 50 cm, lato corto base: 40 cm, altezza massima pareti: 35 cm, altezza minima pareti: 25) e poi tagliate la tavola secondo queste misure.
legno per forno solare Se utilizzate legno di recupero di diverso spessore scegliete possibilmente il pezzo più grosso per il fondo. Nel mio caso il vetro di cui disponevo era racchiuso dentro la cornice di un quadro.
Fissate la base alla parete posteriore con le piastre angolari e le viti autofilettanti. Poi tagliate a misura la lana e fissatela al legno con i punti metallici. Poi fissate le pareti al fondo con le piastre angolari, avendo cura di bucare la lana che ricopre il fondo prima di infilare le viti (per evitare che la stessa si attorcigli intorno alle viti).

La penultima fase di costruzione consiste nel coprire il forno con una rettangolo di vetro. Io ho usato quello che ho trovato dentro una vecchia cornice.
Gli aspetti importanti in questo caso sono due: 1) le dimensioni del quadro devono coincidere con quelle del forno, 2) bisogna fare attenzione nel piazzare le cerniere che garantiscono l’apertura di quello che possiamo considerare il coperchio di vetro del forno.
Non ho trovato un quadro con le dimensioni della parete frontale e quindi mi sono rivolto a un corniciaio.
L’ultima fase è quella legata alla costruzione dell’aspetto peculiare di ogni forno solare: le superfici riflettenti. Io ho usato tre pannelli di compensato rivestiti con il tessuto argentato della tendina parasole.
In questo caso l’aspetto cruciale è il sistema adottato per fissare i pannelli riflettenti e per consentire una facile (e solida) regolazione dell’inclinazione. Ci sto ancora lavorando.
Andrea Mameli, blog Sopravvivenza Energetica, 19 Giugno 2013
P.S. Ho dimenticato di descrivere le maniglie. Va detto che la resa della cucina solare, per definizione, è connessa con la capacità di seguire il moto (apparente) del sole, pertanto spostare il forno è una manovra fondamentale: le maniglie sono indispensabili. Io suggerisco di scegliere il legno: non è piacevole impugnare una maniglia di metallo dopo che resta sotto il sole per ore…
Ultimo suggerimento: se le maniglie hanno una vite a scomparsa consiglio di praticare i fori nelle pareti di legno quando la lana non è stata ancora fissata.


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